Cuore sacro

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Cuore sacro

Cuore sacro

Cuore sacro

titolo originale:

Cuore sacro

titolo internazionale:

Sacred Heart

montaggio:

scenografia:

produzione:

distribuzione:

paese:

Italia

anno:

2005

durata:

117'

formato:

35mm - colore

uscito il:

25/02/2005

premi e festival:

Irene Ravelli ha ereditato dal padre, noto imprenditore immobiliare, non solo le sue aziende, ma anche il talento negli affari, che l'ha portata ad accrescere il patrimonio paterno, con l'aiuto della zia Eleonora, spesso usando logiche affaristiche prive di scrupoli.
Ottenuto il dissequestro dell'antico Palazzetto di famiglia su cui lei vorrebbe speculare, Irene scopre che la stanza della madre Adriana, morta in circostanze misteriose quando lei era ancora piccola, è rimasto dopo 30 anni intatto come se la donna ci abitasse ancora.
Il fantasma rimosso della madre e l'incontro con Benny, una bambina imprevedibile e sorprendente, generano in Irene un conflitto che è alla base di un grande cambiamento. Comincia così la storia di un percorso di scoperta di sé per cambiare, che rischia di trasformarsi in un viaggio nella ‘follia' dell'altruismo e del bene, per raccontare in forme laiche il bisogno di spiritualità che si sente in questo momento in tutto il mondo e che spesso prende forme confuse di fanatismo, di esclusione dal contesto sociale, di speculazione politica. Un film sul sociale, ma non sociologico. Un film sul ‘sacro' che è in tutti noi, ma non religioso. Un film sul conflitto all'interno del quale tutti noi viviamo oscillando tra maschile e femminile, ricchezza e povertà, materia e spirito, padre e madre.
Un film in cui tutto è doppio. La protagonista ha due zie, opposte ma complementari; incontra due ‘uomini': un prete e un barbone, anch'essi opposti e complementari; vive divisa tra due mondi: il blocco monolitico e quasi paganamente sacrale del suo ufficio milanese e il nido amniotico materno del Palazzetto di famiglia a Roma. Un film perché non si può più restare indifferenti di fronte a chi ha bisogno, a chi soffre, a chi non ha da mangiare. Un invito a capire che più si dà agli altri e più si ha per se stessi. Un invito ad iniziare un dialogo interiore con la parte ‘sacra' di noi stessi, che è amore e conoscenza del mondo al di fuori di sé.