L'Urlo

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L'Urlo

titolo originale:

L'Urlo

sceneggiatura:

montaggio:

scenografia:

produzione:

paese:

Italia

anno:

2019

durata:

14'

formato:

colore

uscito il:

12/12/2019

premi e festival:

In un futuro distopico, sotto un regime dittatoriale in cui sono inibite e vietate le emozioni di ogni genere, Paolo Caren legge libri di poesia, sente musica e si innamora. La polizia di stato, per la salvaguardia del popolo, si mette sulle sue tracce. Viene spiato, seguito e arrestato. Remake dell' omonimo cortometraggio del 1967 presentato a Cannes e vincitore di un nastro d'argento, diretto da Camillo Bazzoni, prodotto e girato da Vittorio Storaro ed interpretato da Francesco Barilli, il regista di questa nuova versione.

NOTE DI REGIA
“L’Urlo è il remake del cortometraggio omonimo del 1966 che ho interpretato come protagonista. La storia ambientata in un futuro distopico e Orwelliano racconta di Paolo Caren, un giovane romantico che legge libri di poesia e sente musica emozionale. La polizia di stato per la salvaguardia del popolo lo spia, lo segue, lo controlla…
Il film del ‘66 era prodotto e fotografato da Vittorio Storaro e diretto da Camillo Bazzoni. In tre, dopo avere scritto una breve storia, per realizzarlo abbiamo fatto il lavoro che per un film avrebbero fatto in venti. Io senza essere accreditato ero anche scenografo e aiuto regista ed è stata una palestra fondamentale per potere fare questo mestiere, fondamentale quanto Prima della rivoluzione dove su quel set ho conosciuto Camillo e Vittorio che avevano il ruolo di operatori alla macchina. Le riprese di L’Urlo si sono protratte per diversi mesi tra Parma, Salsomaggiore e Roma e finalmente dopo quasi un anno di lavoro il corto fu presentato al festival di Cannes con grande sorpresa di tutti. Successivamente partecipò a tante altre manifestazioni e rivedendolo nel tempo ho sempre accarezzato l’idea di rifarlo, ma in veste di regista con l’aiuto delle attrezzature che la tecnologia di oggi ci mette a disposizione. Ho affidato il ruolo di Caren a Luca Magri (che ha anche prodotto il film), attore con cui ho fatto un horror nel 2012, e l’ho girato nella mia città cercando di fotografare una Parma futuristica e sconosciuta e sforzandomi di raccontare la stessa storia, con la differenza che nel film degli anni ‘60 si raccontava di quello che sarebbe stato il futuro mentre con il nuovo si racconta più o meno il mondo attuale”.