Sei fratelli

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Sei fratelli

Sei fratelli

Marco, Guido, Leo, Luisa, Gaelle e Mattia hanno madri diverse, non sono tutti figli biologici dello stesso padre ma hanno un’unica vera figura paterna di riferimento: Manfredi Alicante.
Quando quest’ultimo viene a mancare, si ritrovano per la prima volta tutti insieme nella casa paterna a Bordeaux, vivendo l’illusione di poter diventare una famiglia unita. Ma ormai ognuno di loro porta con sé una storia, un’identità e tornare indietro non sarà facile.

NOTE DI REGIA:
Parto dal primo commento che ha fatto Riccardo Scamarcio dopo la visione del film: “È un film romantico che parla a tutti e di tutti”. Una sintesi che mi ha fatto riflettere su come i film si evolvano ed abbiano una propria crescita nel corso della lavorazione, un proprio cammino. Perchè fare un film romantico non era forse il punto di partenza, ma è un bellissimo punto di arrivo.
La partenza invece è stata una chiacchierata con un amico qualche anno fa. Lui doveva dare un'importante notizia alla sorella ma non la riusciva a rintracciare perchè non aveva i suoi contatti, non sapeva dove vivesse, non aveva sue notizie da anni. Era figlia dello stesso padre ma di madre diversa, come altri suoi fratelli. Bizzarro pensai, io che ho un solo fratello e i miei genitori stanno insieme da 53 anni. Con il passare del tempo mi sono reso conto di quante famiglie “allargate” ci siano ai giorni nostri, di quanti fratelli che parlano de “il fratello di mio fratello” o “la madre di mio fratello”.
Queste famiglie penso abbiano una sola caratteristica comune: ognuna è diversa dalle altre. Sono famiglie spesso numerose dove esistono accese rivalità, gelosie, conflitti sopiti, rapporti che vivono di momenti di grande amore alternati a lunghissimi silenzi, risentimenti che neanche il tempo riesce a ricucire. Ecco noi raccontiamo questo tipo di famiglia, la famiglia Alicante, in cui ognuno potrà trovare qualcosa della propria esperienza di vita sia personale sia delle persone che gli stanno più vicino.
Il film è la storia di sei fratelli quasi sconosciuti fra loro (e spesso in conflitto) che per la prima volta passano un momento della loro vita insieme a seguito del suicidio del padre malato. Padre che è stato un avventuriero, un carismatico cialtrone, un affarista senza fiuto per gli affari, un grande amante, un trascinatore. L'incontro tra i figli sarà un momento importante della loro vita o, come direbbe Scamarcio, “una storia d'amore” dove tutto può sembrare duraturo, una grande sbornia dove ti illudi che quest'attimo possa essere per sempre. Ma purtroppo non è così. Tutto passa e si ritorna alla vita quotidiana, che ci travolge e ci fa tornare noi stessi, anzi ci fa tornare singoli individui alle prese con noi stessi.
Ho pensato a lungo come raccontare questa storia avendo spesso otto attori in scena contemporaneamente e non volendo fare un film classicheggiante e accomodante.
Volevo che il film avesse un andamento discontinuo, un po' come questi fratelli in conflitto e che avesse una luce atipica, nord europea, morbida (per questo abbiamo deciso di ambientarlo a Bordeaux e ho scelto un direttore della fotografia francese, Guillaume Deffontaines) una luce che fosse un po' lo specchio dello stato d'animo dei protagonisti che si muovono in un registro che passa dalla commedia al dramma per tutta la durata della storia. Jump cut alternato a lunghe scene con una sola inquadratura, macchina a spalla, riprese da angolazioni sempre diverse, massima libertà agli attori di muoversi nello spazio anche in maniera diversa tra un ciak e l'altro, macchina da presa non necessariamente su chi parla, ma che segue la scena. Questo mi ha permesso di andare alla ricerca, o meglio “a caccia” di un'emotività non scritta, di libertà, di sorrisi naturali e di sentimenti che penso siano alla base di questo film. Insomma alla ricerca di una recitazione naturale, sincera, evitando tutti di scivolare su una meccanicità che volevo assolutamente evitare.
Un film sui ruoli che ogni famiglia attribuisce ai propri componenti, ruoli che fanno comodo a tutti, un film che scardina questo concetto consapevole che poi tutto tornerà come prima.
Ma la vita è percezione di un momento, come la visione di un film.