vedi anche
titolo originale:
Freddy Hotel
regia di:
cast:
Nicola Garofalo, Maria Cristina Blu, Giulia Morgani, Alberto Tordi, Luca Guastini, Pino Torcasio, Elisabetta Dursi, Bruno Rochette, Diego Bottiglieri, Sébastien Bidault, Ludovica Sistopaoli, Isabelle Noérie, Gwendal Audrain, Desireé Olmi, Elisabetta Fusari, Delphine Sartiaux, Zakia Allel, Lola Lustrini, Aurélia Baraldo, Isabelle Noérie, Giovanni Costantino, Sonja Hannelore Mainieri
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
musica:
produttore:
Barbara Venturi
produzione:
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2013
durata:
90'
formato:
DCP - colore & b/n
uscito il:
10/03/2014
Roma giorni nostri. Il paese è in piena crisi finanziaria, la minaccia della bancarotta è in parte superata, ma il
paese è ancora in ginocchio. Freddy Angi uno scrittore di 43 anni, sta vivendo la sua crisi, sia finanziaria che
personale. Indebitato e in difficoltà sta scivolando in una dolce dissoluzione, ma anche nel baratro
dell'alcolismo. Una solitudine esistenziale, un male di vivere, perché in realtà Freddy ha molti legami e affetti,
non solo quelli familiari di moglie e figli, ma anche quelli di amici e conoscenti. Attorno a lui una fauna di
personaggi ricca di figure femminili. Senza fissa dimora, Freddy inciampa in strane relazioni amorose,
compresa quella con la moglie Anna. Una relazione complessa ma profonda. I due s'incontrano di tanto in
tanto come amanti negli alloggi provvisori di Freddy, ma non vivono più insieme da mesi. Benché separati a
tutti gli effetti, il loro legame sembra per certi versi più concreto ed intimo di una convivenza tradizionale.
Anna è una donna razionale, molto efficiente nel lavoro e attenta al concreto. Freddy è invece un
disadattato, lucido sulle questioni del vivere, ma in parte emarginato e inadempiente. Al culmine della
sopportazione, non riuscendo a trovare una collocazione, Freddy pianifica un viaggio, una fuga verso
altrove, con l'auspicio di trovare nuove circostanze e presupposti. Un'utopia, un gesto inutile, ma necessario
come qualsiasi utopia. Lo spostamento, il movimento verso questo altrove, sono una necessità reale per
Freddy. Una maniera per rimettere in gioco se stesso, la sua vita e anche i suoi affetti. Freddy risolve alcune
questioni pratiche e si prepara ad abbandonare il suo mondo di amicizie e affetti. Un viaggio breve, in aereo,
lo catapulta a Bucarest. Il motivo per cui Freddy decide di andare in Romania non è del tutto chiaro.
Bucarest giorni nostri: in questa città la crisi economica è qualcosa di diverso, almeno rispetto a quella
percepita a Roma. Sebbene la Romania sia in forte crescita e non nell'occhio del ciclone, la povertà è parte
della sua storia. Proprio nel momento in cui Freddy trova una sistemazione a Bucarest, il solito hotel, il suo
agente lo chiama e gli comunica di aver trovato un editore francese interessato a pubblicare il suo romanzo.
Una bella notizia solo sul fronte economico, perché a Freddy di quel romanzo scritto sotto pseudonimo e su
commissione, non importa molto, sta evidentemente lavorando ad altro.
Parigi giorni nostri: l'atmosfera è meno pesante di quella italiana e meno rarefatta di quella romena. Sì
respira un po' di normalità, anche se potrebbe trattarsi di mera apparenza. Freddy e altri personaggi del film
si sfiorano senza mai incontrarsi in questa grande metropoli.
Ognuno per risolvere qualcosa di importante,
qualcosa che parte da lontano. Freddy incontra l'editore Bertrand Guérin e firma il contratto per la
pubblicazione del suo romanzo. Elena, la giovane amante di Freddy, incontra il suo padre naturale, che
scopriremo essere l'editore francese di Freddy. Halima, una misteriosa emigrante sbarcata nelle coste
italiane come tanti clandestini, raggiungerà i suoi scopi denunciando a sorpresa la sua condizione di donna
che non vuole portare il velo.
Lasciata Parigi Freddy ritorna a Bucarest. Durante l'ennesima nottata insonne, intossicato da alcool e
tabacco, Freddy perde i sensi e cade a terra. Per qualche giorno nessuno sa dove sia Freddy. Mentre a
Roma e a Parigi si risolvono le vite degli altri personaggi, i medici del pronto soccorso di Bucarest informano
Freddy delle sue condizioni di salute. Lo invitano a cambiare stile di vita e a curarsi. Le cattive abitudini e il
mal di vivere di Freddy si trasformano in una vera patologia. Tuttavia, le parole ed il comportamento di
Freddy fanno intuire anche altro, che in fondo in fondo la vita stessa è una malattia mortale.
Dimesso dall'ospedale Freddy gira per la città e si sofferma di fronte ad un monumento, una statua molto
alta raffigurante un angelo. Prende appunti e continua nel suo lavoro come se nulla fosse accaduto, quasi
una metafora dell'uomo moderno, impossibilitato a fermarsi. La sera è di nuovo nella stanza del suo hotel di
Bucarest, si guarda allo specchio con aria severa, butta via le sigarette e gli alcolici in suo possesso, le
cause oggettive dei suoi malesseri fisici e non. Si sdraia sul letto e chiude gli occhi. Inizia così l'epilogo con il
suo sogno ricorrente: quello di una pattinatrice che dopo una serie di evoluzione smette di fuggire.
Il film
chiude con un volo tra le nuvole, il tipico scenario che si vede quando si è seduti accanto al finestrino di un
aereo, come nelle scene di apertura. Non possiamo sapere se Freddy sta tornando in Italia o se stia
continuando la sua fuga verso altrove, e per certi versi non ha molta importanza perché quello che abbiamo
visto è solo un film.