La macchinazione (opera seconda)

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La macchinazione

La macchinazione

La macchinazione

titolo originale:

La macchinazione

titolo internazionale:

The Ploy

regia di:

sceneggiatura:

fotografia:

scenografia:

produttore:

Marina Marzotto, Vincent Brançon, Dominique Desforges, Lionel Guedj, Vincent Braçon, Alice Buttafava

produzione:

Propaganda Italia, To be Continued, con il contributo del Ministero della Cultura, Mountfluor Films, con il sostegno di Regione Lazio

distribuzione:

vendite estere:

paese:

Italia/Francia

anno:

2016

durata:

112'

formato:

colore

uscito il:

24/03/2016

premi e festival:

Nell’estate del 1975, Pier Paolo Pasolini sta montando il suo film più aspro e scandaloso, Salò.
Sono giorni in cui il quadro politico italiano sembra aprirsi a prospettive inedite. Dopo il referendum per il divorzio e il trionfo alle elezioni amministrative, il PCI appare in grado di conquistare il governo del Paese, abbattendo così la storica pregiudiziale anticomunista del mondo occidentale.
Ma Pasolini, coscienza critica e anticonformista, non condivide questi entusiasmi. A suo modo di vedere, in un’Italia che in realtà si sposta a destra, si sta diffondendo una cultura consumistica capace di omologare tutto e diventare “una dittatura anche peggiore del fascismo”.
Mentre lavora al suo film, Pasolini continua la stesura di un libro fluviale intitolato Petrolio. In quest’opera di genere ibrido fra il romanzo e il saggio, lo scrittore, con un coraggio ai limiti dell’incoscienza, denuncia le trame di un potere politico ormai corrotto fino al midollo.
In quegli stessi giorni, Pasolini frequenta un ragazzo di borgata, Pino Pelosi. Pasolini e Pelosi s’incontrano periodicamente, suscitando le chiacchiere e il sarcasmo della periferia romana. In questa borgata si muovono loschi figuri ben poco poetici e ben poco ‘pasoliniani’, gente cha ha scelto la delinquenza pura. A muovere i primi passi è un’organizzazione criminale che, grazie a potenti appoggi e amicizie altolocate, si avvia a diventare padrona della città: la Banda della Magliana.
Sono il suo impegno d’intellettuale e la sua vita privata a rendere Pasolini un bersaglio ideale per una macchinazione in cui sembra convergere contro di lui tutta la negatività del momento storico.
Quando, la notte del 26 agosto, viene sottratto dagli stabilimenti della Technicolor il negativo di Salò, scatta una trappola mortale che vede la sinergia fra delinquenza comune, delinquenza organizzata e una criminalità politico-finanziaria.
Nella notte fra il primo e il due novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini si reca all’Idroscalo per riavere il negativo del film. Ciò che in realtà si trova ad affrontare, forse animato anche da una semi-conscia brama sacrificale, è una trama pianificata in ogni dettaglio da tanti complici volontari e involontari, tutti ormai indistinguibili, tutti ormai ugualmente colpevoli.