7 minuti

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7 minuti

7 minuti

titolo originale:

7 minuti

titolo internazionale:

7 Minutes

sceneggiatura:

Michele Placido, Stefano Massini, Toni Trupia, dall'omonima opera teatrale di Stefano Massini

fotografia:

scenografia:

produzione:

Goldenart, Manny Films, Ventura Film, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, in associazione con Amer, A&G, Cinefinance, con il sostegno di Regione Lazio

paese:

Italia/Francia/Svizzera

anno:

2016

durata:

88'

formato:

colore

uscito il:

03/11/2016

premi e festival:

I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale.
Sembra che non siano previsti licenziamenti, operaie e impiegate possono tirare un sospiro di sollievo. Ma c'è una piccola clausola nell'accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica.
Undici donne dovranno decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda.
A poco a poco il dibattito si accende, ad emergere prima del voto finale saranno le loro storie, fatte di speranza e ricordi.
Un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie.
Da una storia vera.

NOTE DI REGIA:
“Sette minuti” è una storia vera, accaduta in Francia, a Yssingeaux, nel 2012. Undici donne, tra operaie ed impiegate, di nazionalità diverse, chiamate al tavolo di una trattativa di lavoro, hanno di fronte una multinazionale tessile. Materia di grandissima attualità nell’Europa di oggi, come in Francia o in Italia e non solo, se si pensa alla crisi che si è aperta in questi giorni con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
Undici donne, messe alla prova da un’ambigua offerta di rinnovo di contratto, devono decidere in poche ore il destino delle trecento colleghe che aspettano il verdetto fuori dalla fabbrica. Pur essendo questo film materia sociale di grande attualità, quello che più mi ha intrigato è il meccanismo di suspense che, assieme a Stefano Massini, abbiamo messo in scena. Perché l’altro grande protagonista del film è il Tempo. Il Tempo in cui in pochissime ore e in nome di quegli emblematici 7 minuti le nostre protagoniste dovranno mettersi a confronto. In una società in cui il divario ricchi-poveri si accentua sempre di più e il confronto sindacale o ideologico viene sempre meno, emergeranno soprattutto gli aspetti personali, i propri bisogni, il proprio ego e anche la propria disperazione. Questo film, soprattutto durante la lavorazione, mi ha fatto pensare molto a “La parola ai giurati”, scritto da Reginald Rose e diretto da Sidney Lumet. Lì, il dubbio di un giurato contro la certezza degli altri nel condannare un probabile innocente, nella nostra storia un’operaia sola contro le sue compagne, pronta a difendere con ostinazione la certezza che dietro quei 7 minuti ci sia una trappola da cui non si potrà più tornare indietro. Ultima nota: a chi aveva qualche dubbio che sarebbe stato difficile il confronto quotidiano tra un uomo solo e undici donne, voglio sottolineare, invece, che solo grazie a queste meravigliose compagne e suggeritrici quest’esperienza resterà unica nella mia carriera artistica.