Uomini da marciapiede (opera seconda)

Gabriele, Gennaro, Oscar e Paco sono tutti e quattro, per ragioni diverse, ‘a un passo dal baratro’. Durante i mondiali di calcio scoprono che alcune donne si sentono sole e cercano compagnia. Trovano quindi il modo di guadagnare una piccola fortuna per potersi sentirsi di nuovo importanti per le persone che amano, senza, però, preoccuparsi delle conseguenze. Questa situazione paradossale porta i nostri eroi o antieroi a scoprire loro stessi da un punto di vista diverso, trovandosi di fronte a sorprese inaspettate.

NOTE DI REGIA:
Uomini da marciapiede si rivolge ad un pubblico che ama il calcio. Parliamo di un pubblico numeroso che va dagli adolescenti alle persone di una certa età, ma si rivolge, anche, al pubblico femminile che, pur disinteressato al calcio, può trovare nel racconto tanti aspetti che appartengono al mondo delle donne. Per questa ragione ho immaginato una regia non statica, la macchina da presa si deve muovere seguendo i personaggi e lo stile, sempre al servizio della narrazione, cambia registro in base alle situazioni in cui si trovano i protagonisti. Infatti se nelle scene che riguardano in modo più specifico l'avventura, i movimenti di macchina sono più rapidi, più vicini al linguaggio del videoclip, in altri momenti utilizzo inquadrature più intense per raccontare gli stati d'animo dei protagonisti e dei personaggi a loro più vicini. A mio avviso una storia come questa, che guarda al calcio, nostro sport nazionale, con ironia, ma allo stesso tempo con la consapevolezza di quanto sia radicato socialmente in noi, è un modo per raccontare l'Italia di oggi con le sue eccezionalità e i suoi paradossi ad un pubblico fatto soprattutto di giovani, ma non solo.