Veil è la storia di una donna. Una donna che ha scelto di essere suora di clausura. L’approccio ad una scelta, quella religiosa, impone delle “convenzioni” e delle “regole” di vita in un tempo, come quello odierno, dove l’apparenza fisica ed interiore sembra essere alla base del quotidiano, un’apparenza regolata anche dall’utilizzo sfrenato dei nuovi media. Il mezzo fotografico sarà allora sfruttato ai fini della rappresentazione di una figura- femminile in tal caso- differente. Il punto di arrivo non sarà però l’analisi della tematica religiosa, questa verrà utilizzata soltanto come mezzo, testimonianza oggettiva e strumento del racconto. L’obiettivo vuole essere la comprensione di come sia possibile per la persona trovare la libertà anche nella scelta di un determinato modo di vivere; per queste donne si tratta di una vita libera da preconcetti, da condizionamenti e da quotidiane coordinate spazio temporali; è una vita fatta di essenzialità. Si tratta quindi di un vissuto, quello della clausura, costituito soltanto apparentemente da regole e rinunce.