Le mani sulle nuvole

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Le mani sulle nuvole

Le mani sulle nuvole

titolo originale:

Le mani sulle nuvole

titolo internazionale:

Hands above the clouds

cast:

Elettra Mallaby, Luca Puzio

scenografia:

Imma Amato, Rudy Campanella

produzione:

Mokapakino

vendite estere:

paese:

Italia

anno:

2021

durata:

12'

formato:

colore

status:

Pronto (01/12/2021)

premi e festival:

  • ICFF Italian Contemporary Film Festival 2022: Italian Short Selection
  • Capri, Hollywood 2021: The Italian Job
  • INQRVention 2022: Official Selection
  • DAN.CIN.FEST Short Dance Film Competition 2022: Official Selection
  • International Fine Arts Film Festival 2022: Best short film
  • FilmARTE 2022: Semifinalist
  • IMMAGI]NA Film Festival 2022: Best short film
  • Officine Social Movie 2022: Official Selection
  • GoyaRural 2022 2022: Official Selection
  • CinemaSuono 2022: Official Selection

Si racconta la singolare storia di una sognante scultrice e della sua statua di cartapesta che si anima e prende vita in un lungo tramonto … Le mani plasmano la materia a contatto con gli elementi primordiali. Da quelle mani nasce una vita e una storia di sensualità e ironia, gioco e non detto… la materia si perde nella complicità degli sguardi: l’artista e l’opera sono a nudo, così come il loro rapporto ambivalente di amore e ricerca continua. In questo gioco di specchi, il sogno e la realtà si fondono in un mondo lirico che fa da cornice alla storia d’amore infinita di chi crea e di chi è creato. E nell’ispirazione della scultura rivive l’emozione della forma e della bellezza dell’arte.

NOTE DI REGIA:
Le Mani sulle nuvole è un cortometraggio che nasce come racconto surrealista e naif. L’ispirazione è di natura pittorica: rappresentare visivamente il rapporto ambivalente che si crea tra l’artista e l’opera, mediante una storia in cui è l’opera stessa a raccontarsi. Prende vita così, una piccola parabola lirica, in cui l’atmosfera onirica fa da sfondo a due personaggi che in qualche modo rappresentano degli archetipi…la madre e il figlio, l’artista e il creato. L’andamento narrativo che più ho sentito giusto per questo racconto è un procedere con un passo di “reverie” come assorbiti da sequenze lunghe e ondivaghe dove tutto può accadere e c’è sempre il cielo a fare da sfondo all’immensità del vuoto. I corpi vagano e oscillano descritti dalla macchina da presa che delinea le forme cercando l’imitazione del pennello che accarezza i visi in maniera morbida. E morbida e tenue è la storia ambivalente , la storia d’amore che nasce tra l’artista e l’opera, in una dimensione dove tutto è possibile, perfino sognare ad occhi aperti.