Fughe da fermo (opera prima)

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Fughe da fermo

Fughe da fermo

titolo originale:

Fughe da fermo

titolo internazionale:

Running still

regia di:

sceneggiatura:

scenografia:

produzione:

vendite estere:

paese:

Italia

anno:

2000

durata:

100'

formato:

colore

uscito il:

18/05/2001

All'interno di un'auto, Fede e Carlo stanno osservando Marty che armeggia con un telefono cellulare. Il ragazzo è sicuro che, premendo i tasti in un preciso ordine, l'apparecchio possa trasformarsi in una sorta di radio ricevente. Gli amici, scettici, si zittiscono per seguire un'incredibile conversazione tra un lui che parla a voce troppo alta e una lei che invece abbassa il tono perché, dice, non vuole farsi sentire dal marito. D'un tratto l'uomo, dopo un sospiro, domanda: "Io vorrei sapere perché mi sono sposato con mia moglie e tu con tuo marito ... io vagello tutte le volte che ti vedo che ti sento al telefono, e a sessantadue anni non posso vagellare."
I tre amici si interrogano sul significato del curioso verbo toscano, pensano a vacillare, a sragionare. Fede, particolarmente sicuro, insiste: l'unico verbo italiano in grado di restituire il senso del poetico, dialettale, vagellare è delirare.
Fede, come i suoi due cari amici, ha quasi trent'anni e da nove delira per Cristina. Il suo è un amore mai corrisposto, lancinante, struggente, ossessivo, in una parola indimenticabile.
La follia d'amore provoca in lui una sete di "vendetta" universale, che trova soddisfazione in atti imprevedibili, disperati, a volte auto-distruttivi ma sempre profondamente umani che finiscono per confondersi con serate in compagnia di prostitute russe, notti spese in discoteca a sorseggiare Mescal, in cerca di donne.
Una di queste è Carlotta che è solita apparire a Fede all'improvviso, come un angelo salvifico, durante il suo vagabondare notturno. Fede la considera la donna più bella dell'emisfero occidentale e una notte, in preda ai fumi dell'alcool, le dichiara il suo amore, salvo pentirsi con la ritrovata sobrietà.
I tre ragazzi condividono un progetto, a loro avviso eroico: vogliono lanciare un segnale al mondo, il loro confuso estremismo nasce dalla necessità di rendersi visibili. Si ripetono all'infinito: "Siamo contro il sistema" ed elaborano strampalati piani per destabilizzarlo. Le loro azioni, puramente dimostrative, hanno esiti improbabili che sfiorano il ridicolo.
Fede, Carlo e Marty aggrediscono un benzinaio per rubargli i soldi, che usano per pagare dell'esplosivo, procurato da un anarchico toscano sospettato di strage. Il fine ultimo di tutto questo è far saltare un pilone dell'alta tensione sugli Appennini, per lasciare l'Italia al buio.
Marty e Carlo riescono a consegnare il loro prezioso tesoro, un candelotto di dinamite, nelle mani di Fede, capo indiscusso dell'operazione.
L'originale regalo acquista ancora più valore quando si scopre che Fede sta per sposarsi. Ha deciso di cancellare l'immenso dolore sbandierato per anni, sposando un'altra donna, che, ne è sicuro, gli salverà la vita. La notte prima delle nozze Fede riesce ad incontrare Cnistina per rubarle un ultimo, ridicolo, bacio.
E' notte, Fede sale in auto, improvvisamente si ferma, a poche centinaia di metri dal palazzo della sua amata. Accende la miccia del candelotto e al grido "Che si sveglino presto almeno oggi, questi fiorentini", la dinamite vola in alto nel cielo. L'esplosione è misera, né fiamme, né vetri rotti. Per un attimo torna il silenzio, poi sprizzano mille scintille multicolori che si allargano in tutte le direzioni.
Fede, ridendo come un pazzo, corre sotto le scintille colorate.
Che burla mirabile gli hanno confezionato: per due milioni, gli hanno rifilato un grandioso fuoco d'artificio, senza immaginare però che, tra luci precipitanti e sbuffi di salnitro, l'hanno fatto felice come non era mai stato e certamente non sarà mai più.