Mundo civilizado

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Mundo civilizado

Mundo civilizado

titolo originale:

Mundo civilizado

cast:

Libero De Rienzo, Valentina Cervi, Fabrizia Sacchi, Vladislav Delay, Planet Funk, Rino Ingargiola, Arto Lindsay, Ludovic Llorca, Massimo Sapienza

fotografia:

montaggio:

paese:

Italia

anno:

2003

durata:

98'

formato:

35mm - colore

aspect ratio:

1.85:1

sonoro:

Dolby Digital

uscito il:

10/06/2005

premi e festival:

Francesca, Morgana, Edo e Antonio. Quattro ragazzi di oggi. Quattro rappresentanti involontari del sentire di chi oggi ha vent’anni e fa ‘quel che mi pare’.
Insieme per caso si trovano a condividere un settimana a Catania, città barocca alle pendici di un vulcano che con i suoi continui borbottii sembra riflettere la loro inquietudine…
Ma Catania è anche il luogo dove oggi si danno appuntamento le maggiori star della musica mondiale e i gruppi emergenti, dove si possono trovare tanti studi di registrazione in cui fare, sperimentare la musica dal beat contemporaneo e lo stile senza tempo di musicisti classici.
Qui i nostri quattro sprofondano e si lasciano cullare dal ritmo vertiginoso delle notti e esplorano il territorio, abbagliati dal sole siciliano. Qui incontrano una miriade di musicisti artisti attori e con loro cercano senza quasi volerlo ‘quello che mi piace’: nell’ostello in cui dormono vivono l’altra faccia, etnica e stratificata, della città avvolti nei sotterranei dal suono dei tamburi di una band senegalese; allo Zo assistono alla performance di Vladislav Delay e ai Mercati Generali incontrano i Prefuse 73…
Durante una lunga notte in discoteca si perdono dentro il ritmo di Ludovic Llorca mentre nel frattempo Morgana decide di cantare la canzone di un musicista siciliano suo coetaneo…
E alla fine di questa settimana i nostri, come dei cercatori di perle, dopo essere scesi nel loro intimo e risaliti sulla cima del vulcano, rimarranno lì su ad aspettare che qualcosa accada nel loro futuro senza sapere, magari appena intuendo, che loro sono il mondo civilizzato che ci ha saputo rivelare la stupenda bellezza dell’incertezza di chi ha vent’anni.