Impermanence

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Impermanence

Impermanence

Impermanence

titolo originale:

Impermanence

regia di:

sceneggiatura:

fotografia:

vendite estere:

paese:

Italia/India

anno:

2004

durata:

60'

formato:

DV - colore

aspect ratio:

4:3

sonoro:

Stereo

status:

Pronto (31/08/2004)

premi e festival:

Il protagonista, Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama del Tibet, dice: “Io amo i sorrisi e le risate. Se uno vuole più sorrisi nella vita, deve creare le giuste condizioni per farlo. Ci sono molte specie di sorrisi. Alcuni, quelli diplomatici o sarcastici, creano una spiacevole atmosfera e danno adito al sospetto mentre un sorriso autentico ci dà grande soddisfazione. Come fare quindi per ottenere questo? Certamente non attraverso la rabbia, la gelosia, l’avidità o l’odio, ma attraverso l’amorevole gentilezza, una mente aperta e la sincerità.” Il film è il viaggio di Tenzin Gyatso che perse la libertà a quindici anni e il suo paese a ventiquattro. In tutti questi anni ha vissuto in esilio come un profugo. Dalla sua terra non arrivavano che notizie tristi. Egli tuttavia è sempre sembrato essere in pace. Vincere il dolore è l’eterna ricerca dell’umanità. L’illusione di avvertire come permanente ciò che è passeggero induce all’errore e porta alla distruzione.