Come Dio comanda

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Come Dio comanda

Come Dio comanda

Come Dio comanda

titolo originale:

Come Dio comanda

titolo internazionale:

As God Commands

montaggio:

scenografia:

musica:

produttore:

produzione:

paese:

Italia

anno:

2008

durata:

103'

formato:

35mm - colore

uscito il:

12/12/2008

Una landa desolata, bagnata da piogge e acquitrini in una provincia del nord Italia. Case sparse e costruite su una superstrada in mezzo a rivendite di materiale edile, centri commerciali, neon e solitudine. Qui vivono un padre e un figlio. Rino e Cristino Zena. Rino è un disoccupato, meglio un lavoratore precario. Cristiano fa le scuole medie. Il loro è un rapporto d’amore tragico e oscuro. Un legame talmente forte che neanche la morte può sciogliere. Soli combattono contro tutto. Rino educa suo figlio come può. Come sa. Inculcandogli principi sbagliati, razzisti, maschilisti, nazionalsocialisti e spesso violenti. Cristiano lo ama, lo venera, lo considera il suo faro, la sua guida spirituale. Un amore sbagliato, ma potentissimo. Hanno un solo amico. Si chiama 4 formaggi. Che non sta tanto bene. Per via di un incidente, la sua testa non funziona più come prima. 4 formaggi vive per Rino, adora Cristiano, e passa le sue giornate in casa costruendo uno strano presepio, fatto di pupazzi, soldatini, bambole e oggetti che lui recupera dalle discariche della città. Poi in una notte di tempesta, dove i lampi squarciano il cielo e la pioggia inzuppa case, campi e uomini, nel bosco che circonda la cittadina, accade la tragedia. 4 formaggi insegue e stupra, uccidendola, Fabiana, una ragazzina, una compagna di scuola di Cristiano. La uccide perché Fabiana somiglia troppo all’eroina dei film porno che 4 formaggi venera nella solitudine del suo monolocale. La uccide perché non sa come abbordarla, come parlarle. 4 formaggi chiama in aiuto Rino. Vuole farsi tirare fuori dai guai. Appena Rino scopre quello che è successo, pesta a sangue l’amico. Quasi decide di sparargli. Ma a quel punto Rino è colto da un ictus. Cade a terra privo di sensi, forse morto. 4 formaggi se la squaglia e dolorante, a pezzi, con le costole spaccate se ne torna a casa, dopo essersi rubato l’i pod di Fabiana, la povera ragazza che giace senza vita in mezzo ai rovi del bosco. Con gli ultimi sprazzi di lucidità, Rino riesce col suo cellulare a chiamare Cristiano. Il ragazzo si precipita. Trova il padre. A terra, privo di conoscenza. E trova Fabiana. Stuprata e buttata come un sacchetto dell’immondizia in mezzo all’erba. Cristiano reagisce come sa, come Rino gli ha insegnato. Deve nascondere l’omicidio, proteggere il padre, che è convinto sia l’autore del delitto. Porta via dal bosco il padre e Fabiana. Infila Rino sotto le lenzuola a casa, e nasconde Fabiana nel furgone. Poi chiama i medici che ricoverano Rino all’ospedale. La diagnosi è: stato di coma. Ora Cristiano è solo. Senza più la sua guida. Solo con l’assistente sociale, Beppe Trecca che seguiva da sempre la coppia, e che vede nell’istituto l’unico futuro possibile per Cristiano. Approfittando della notte, mentre Trecca si addormenta sul divano, Cristiano ai primi chiarori dell’alba scarica il cadavere di Fabiana nel fiume. Ma il corpo viene ritrovato immediatamente dalle forze di polizia. Cristiano ha solo 4 formaggi con cui confidarsi. Non sa che è l’autore dell’omicidio. Si rimette a lui, spera in lui, perché istituto di Trecca o fuga, Rino rimarrà da solo. E chiede all’amico di proteggere suo padre. Proteggerlo dall’omicidio perché …”quando papà si sveglia tu glielo devi dire 4…che lui si è sentito male in casa. Hai capito? Diglielo!” 4 formaggi è confuso. Il cadavere che lui aveva lasciato nel bosco è stato ritrovato nel fiume. In più la minaccia è tangibile: se Rino dovesse svegliarsi dal coma, per lui sarebbe la fine. Perché Rino Zena sa. Va all’ospedale, e davanti al letto dell’amico privo di sensi, decide di ucciderlo. L’intervento di un’infermiera gli impedisce di mettere in pratica il suo piano delirante. Cristiano convive con Trecca, nel giorno che li separa dal funerale. Un funerale, quello di Fabiana, che coinvolge tutto il paese, i network locali e nazionali. La chiesa è gremita, autorità, parenti amici. Lacrime di cordoglio, discorsi commoventi dal pulpito. Ed è in questo momento di sospensione di tutte le attività della cittadina, che 4 formaggi, in preda alla paura e all’ansia, torna all’ospedale per eliminare Rino. Ma… Rino si è svegliato! 4 formaggi scappa dall’ospedale, sa che per lui è finita. E durante l’omelia del cardinale, 4 formaggi si toglie la vita, impiccandosi sopra il suo presepe, come un gulliver sul suo mondo di lillipuziani. Cristiano approfitta della funzione per fuggire via da Trecca e dalla minaccia dell’istituto. Corre da 4 formaggi, l’unico amico che ha. Lo trova morto. E trova l’i pod di Fabiana ai piedi del cadavere. Capisce tutto. Si rende conto che suo padre è innocente. Corre all’ospedale. Rino ha ripreso conoscenza. L’infermiera che lo ha curato gli racconta che Cristiano è venuto ogni giorno. Che gli parlava, lo carezzava. Rino decide di fare una specie di scherzo a suo figlio. “…Quando arriverà, non gli dica niente…voglio fargli una sorpresa” Così quando Cristiano col fiatone e le lacrime di gioia irrompe nella stanza di Rino, trova suo padre ad occhi chiusi. Lo crede ancora in coma. Gli parla. Gli dice che è tutto a posto. Poi però, si rende conto finalmente dell’orrore. Lui, suo figlio, ha creduto possibile che suo padre potesse essere un assassino. Non ha dubitato neanche per un momento. E sulle parole di Cristiano che chiede scusa a suo padre, una lacrima di rancore, forse di pentimento, scorre sulla guancia di Rino, sul suo fallimento di padre, di uomo, di essere umano.
Dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti.