L'estate sta finendo (opera seconda)

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L'estate sta finendo

L'estate sta finendo

titolo originale:

L'estate sta finendo

titolo internazionale:

The Summer is ending

fotografia:

scenografia:

Cristian Taraborrelli

produzione:

Film Kairòs, con il contributo del Ministero della Cultura, in associazione con Elido, con il sostegno della Regione Lazio

paese:

Italia

anno:

2013

durata:

98'

formato:

35mm/DCP - colore

uscito il:

10/07/2014

premi e festival:

L’estate volge al termine, otto ragazzi alle soglie della laurea partono per passare il fine settimana in una villa sul mare. I due leader del gruppo sono DOMENICO e FABRIZIO. Amici inseparabili, brillanti studenti di giurisprudenza, per il futuro hanno progetti di carriera ambiziosi. Entrambi manifestano interesse nei confronti di FLAVIA, dolce e responsabile sorella minore di GIULIA, che invece è tanto bella quanto superficiale. Con loro ci sono anche MANUEL, un ballerino che ha vinto un talent-show, KATIA, una ragazza un po' coatta che mira ad inserirsi nel gruppo, e DAVIDE, un musicista "alternativo" che invece tende starsene sulle sue. Al gruppo si unisce per la prima volta anche GUIDO, un tipo goffo ed impacciato: è il cugino di Domenico, che è evidentemente in imbarazzo per la sua presenza. L’arrivo al mare è promettente, il pomeriggio in spiaggia trascorre in allegria, ma la figura di Guido viene percepita da tutti come un peso: soffre il caldo, li imbarazza col suo aspetto trasandato e li irrita con le sue considerazioni - che troppo spesso colgono nel segno. La tensione culmina in un incidente, e quella che si preannunciava come un’occasione di divertimento finisce col trasformarsi in un incubo: incapaci di gestire la situazione, i ragazzi si ritraggono ognuno nel suo piccolo mondo, condannandosi a un’esistenza di perfetta indifferenza.

NOTE DI REGIA :
Il cinema italiano degli ultimi anni ci ha proposto un ritratto dell’universo giovanile all’insegna del romanticismo e della nostalgia, producendo un vero e proprio genere di successo, ma lasciando da parte temi e dinamiche che di quell’universo sono altrettanto caratterizzanti. L’emulazione dei modelli televisivi e l’esigenza di primeggiare rispondono a un desiderio profondo che quasi tutti i giovani hanno sperimentato: quello di essere socialmente riconosciuti e accettati.
Fin dove può spingere questo desiderio? Cosa è necessario sacrificare in suo nome?
Nella vita esistono punti nodali, passaggi di fronte ai quali ci viene data la possibilità di scegliere che tipo di persone vogliamo essere. Ogni scelta, però, comporta un’assunzione di responsabilità: e chi è disposto ad accettarne il peso, in un’epoca in cui la felicità sembra coincidere con l’immediata soddisfazione dei desideri?
Per Domenico, il protagonista del film, il prezzo di questa scelta sarà la perdita di una parte di sé - quella più fragile ed indifesa, quella di cui ha vergogna ma che forse, allo stesso tempo, è anche la più intima e sincera.
L’epilogo amaro può acquistare un senso nella prospettiva indicata da Reiner Werner Fassbinder: “Non importa se un film finisce in modo pessimistico: se espone abbastanza chiaramente certi meccanismi, così da mostrare alla gente come funzionano, allora l’effetto finale non è negativo…” Uscendo dalla sala, spero, lo spettatore avvertirà l’urgenza di cercare un’alternativa, perché “la rivoluzione non avviene sullo schermo del cinema ma fuori, nel mondo.”