Rien va (opera seconda)

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Rien va

titolo originale:

Rien va

sceneggiatura:

Ruggero Cappuccio, dal suo romanzo "Edipo a Colono"

fotografia:

scenografia:

produzione:

paese:

Italia

anno:

2011

formato:

colore

Alessandro Tommasi, un professore universitario in pensione, studioso di letteratura greca vive in assoluta solitudine in un piccolo paese del Cilento. Emarginato dalla sua famiglia e dalla piccola comunità che lo circonda, il professore perde quotidianamente contatto con la realtà, attivando una crescente visionarietà che lo porta a dialogare con i fantasmi della classicità greca. Tommasi, che durante la sua infanzia è stato colpito nel profondo dal suicidio di sua madre, si è rifugiato nelle cantine della sua vecchia casa di campagna. La visita di uno psichiatra innesca il tentativo di riportare il professore entro i confini di una ritualità sociale cosiddetta normale. Tommasi, però, alterata la relazione tra passato e presente, segue una visione disperata e poetica dell’esistenza. Sfrattato dalla forza pubblica e allontanato dalla storica casa di famiglia, il professore inizia a vagare tra strade di campagna e grandi città metropolitane; stazioni ferroviarie e aeree archeologiche del Cilento, mentre nella sua mente riecheggiano voci e parole dell’Edipo a Colono di Sofocle.
Nell’incontro scontro con un poliziotto che lo perseguita, con una bambina zingara, con il custode di un vecchio cimitero, Tommasi è convinto di sentire battute e umori della tragedia Sofoclea. Il professore cerca un’ipotetica Colono, che nel suo desiderio si configura come definitivo luogo della salvezza e della pace.