Socialmente pericolosi (opera prima)

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Socialmente pericolosi

titolo originale:

Socialmente pericolosi

cast:

Vinicio Marchioni, Fortunato Cerlino, Michela Cescon, Blu Yoshimi, Massimo Wertmüller, Alberto Gimignani, Massimiliano Buzzanca, Carmine Monaco, Eleonora Pace, Giovanni Savio, Mariano Di Giovanni, Giuseppe Schisano, Luca Monaco, Gennaro Masiello, Antonio De Vincenzo

sceneggiatura:

Fabio Venditti, Maria Teresa Venditti, Alessandra Di Pietro, Valentina Gaddi

fotografia:

produzione:

Michelangelo Film, Una vita tranquilla, Rai Cinema, con la collaborazione di Action Aid

distribuzione:

paese:

Italia

anno:

2016

formato:

colore

uscito il:

24/01/2017

Casa di reclusione di Sulmona, il famigerato 'Carcere dei suicidi'. Un giornalista televisivo entra per osservare e capire. Gli fanno conoscere l'ergastolano Mario Spadoni, ex boss dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Sono quasi perfettamente coetanei, 52 anni: il giornalista è di due giorni più vecchio del camorrista. Scatta un'intesa, un'amicizia epistolare che poi diventa vera e propria fratellanza. Il giornalista, Fabio Valente, conquista la fiducia del boss, che accetta di raccontargli tutta la sua vita. Si incontrano per molti mesi e scrivono insieme un libro sulla terrificante guerra di camorra degli anni '80, dal titolo 'La Mala Vita - lettera di un boss della camorra al figlio', Mondadori 2006.
Dopo l'uscita del racconto, Mario si ammala di una patologia gravissima: cirrosi epatica di origine virale complicata da quattro carcinomi. Suo 'fratello' il giornalista comincia la battaglia per farlo curare, per compiere il tentativo disperato di salvargli la vita. Spadoni viene preso in cura al Policlinico Gemelli di Roma, dopo mesi di combattimento per un'assistenza adeguata. In carcere si stava rapidamente spegnendo. Per consentirgli di seguire la terapia in maniera efficace e quotidiana, Fabio e la sua famiglia - che vivono a Roma - si offrono di accoglierlo in casa loro in detenzione domiciliare.
Per due mesi, il boss e la famiglia del giornalista vivono insieme. Mario entra in contatto con una vita domestica normale, con un rapporto genitori-figli fatto di protezione, affetto e complicità. Allora chiede di nuovo aiuto: i suoi figli sono a fortissimo rischio, vivono una compenetrazione totale con le regole e la violenza dei Quartieri Spagnoli. E hanno un pedigree prestigioso.
Il giornalista è stanco e deluso dalle modalità di lavoro quotidiane, dal profilo sempre più basso dell'informazione televisiva. Gli balena un'idea: scombinare le regole sia dell'offerta giornalistica sia delle modalità di vita di quel luogo, cioè realizzare una scuola di televisione e cinema con i ragazzi di strada dei Quartieri. Fabio non vuole semplicemente fare un film, vuole fare un'azienda, insegnare loro, con l'aiuto di amici volontari, i diversi mestieri della tv e del cinema.
È un'avventura complicata. Sono giovani privi delle più banali regole di comportamento. Sono semianalfabeti, maleducati, prepotenti e non riconoscono un'autorità diversa da quella prodotta dalla prevaricazione. Più volte l'impresa in cui Fabio si è imbarcato rischia di fallire. Intanto la situazione clinica di Spadoni è disperata. Il ritardo con il quale ha ricevuto delle cure vere può rivelarsi fatale.
E poi, la sua adesione all'idea di Fabio è sincera o puramente opportunistica? Fabio si è fatto stregare dal grande criminale rischiando di cadere in un precipizio personale e professionale? Il suo tentativo con i ragazzi ha qualche possibilità di riuscita? E Mario Spadoni riuscirà a sopravvivere alla malattia? E in questo caso, un ergastolano ultracinquantenne ha qualche possibilità di redenzione o appena ne avrà la possibilità tornerà a esercitare il suo ruolo di comando criminale?
Da una storia vera.