Dolce di latte

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Dolce di latte

Dolce di latte

titolo originale:

Dolce di latte

fotografia:

Gunther Pariboni

montaggio:

Pierpaolo Centomani

scenografia:

Eugenio Ulissi

produttore:

paese:

Italia

anno:

2015

durata:

94'

formato:

colore

aspect ratio:

2.35:1

Commedia dai risvolti drammatici, e persino ‘bombaroli’, Dolce di Latte racconta, attraverso l’amicizia tra due attori del cinema, ‘dimenticati’ dal grande giro, la crisi del cinema italiano. In una settimana, in un quartiere storico della periferia di Roma, ancora segnato dal passaggio e dalle tracce di Sergio e Franco Citti, nel torrido caldo d’agosto, Giancarlo e Edoardo, due attori quasi cinquantenni, sono ancora ben determinati a realizzare il proprio sogno. Ma ai due basta poco per rendersi conto di quali limiti e inefficienze esistano nel sistema cinematografico italiano, dalla mancanza di leggi adeguate, al clientelismo, agli avidi interessi personali. E mentre il primo non cede alle pressioni della famiglia che lo vuole sistemato alla guida di un taxi, come papà, l’altro è alle prese con un provino su Enrico Fermi e con un forte stato depressivo causato dall’insoddisfazione professionale. Controcanto alla vacuità del mondo dello spettacolo sono la ‘nobile’ Lucrezia e la pratica Francesca, le quali riescono a riempire la vita dei due amici risollevandoli, almeno in parte, dalle loro frustrazioni individuali. Tra situazioni comiche e paradossali, un ruolo importante è svolto dal quinto personaggio, il regista controcorrente ‘Enrico Ghezzi’ (Antonino Iuorio), da anni impegnato nella lotta contro l’invasione del sottoprodotto hollywoodiano che ha occupato militarmente multiplex e multisale e che militarmente va combattutto ‘con ogni mezzo necessario’ in nome del cinema serio, d’arte e di qualità. Il suo personaggio sintetizza bene la provocazione del film: il rifiuto delle logiche del cinema attuale e il desiderio di volgere lo sguardo verso i giganti del passato, quei registi che tra gli anni 50 e 70 hanno raccontato in modo autonomo e completo la realtà del paese: Pasolini, Visconti, Rossellini, Fellini, Pietrangeli... Un guardare indietro, bianco e nero compreso, per andare avanti...