titolo originale:
Nico, 1988
regia di:
cast:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
produttore:
produzione:
Vivo Film, Tarantula, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, in coproduzione con VOO, Be TV, con il supporto di Wallonia, Eurimages, Regione Lazio, Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Tax Shelter del Governo Federale Belga – Casa Kafka Pictures Empowered by Belfius, Programma Creative Europe – MEDIA dell’Unione Europea, in associazione con AMER
distribuzione:
I Wonder Pictures [Italia], Filmladen [Austria], Abc - Cinemien [Belgio], Supo Mungam [Brasile], Filmswelike [Canada], DDDream International Media [Cina], Thanks & Love [Corea del Sud], Estinfilm [Estonia], New Story [Francia], Film Kino Text [Germania], Greta Garbo Films [Lituania], Abc - Cinemien [Olanda], Il Sorpasso [Portogallo], Alarm Pictures [Regno Unito], Association of Czech Film Clubs [Repubblica Ceca], HBO Europe [Repubblica Ceca], Association of Czech Film Clubs [Slovacchia], Versus [Spagna], Magnolia Pictures [Stati Uniti], B-Side Film [Taiwan]
vendite estere:
paese:
Italia/Belgio
anno:
2017
durata:
93'
formato:
colore
uscito il:
12/10/2017
premi e festival:
Ambientato tra Parigi, Praga, Norimberga, Manchester, nella campagna polacca e il litorale romano, Nico, 1988 è un road-movie dedicato agli ultimi anni di Christa Päffgen, in arte Nico.
Musa di Warhol, cantante dei Velvet Underground e donna dalla bellezza leggendaria, Nico vive una seconda vita dopo la storia che tutti conoscono, quando inizia la sua carriera da solista. Nico, 1988 racconta degli ultimi tour di Nico e della band che l’accompagnava in giro per l’Europa degli anni ’80: anni in cui la “sacerdotessa delle tenebre”, così veniva chiamata, ritrova sé stessa, liberandosi del peso della sua bellezza e ricostruendo un rapporto con il suo unico figlio dimenticato. È la storia di una rinascita, di un’artista, di una madre, di una donna oltre la sua icona.
NOTE DI REGIA:
Nico era una musicista complessa, ma la sua rimane una tra le produzioni più coraggiose del periodo: ha creato uno stile unico nel quale la ricerca di un’espressione personale si coniugava alla provocazione, l’esperimento, l’ironia, e soprattutto il coraggio. Senza lasciarsi influenzare da quello che le accadeva intorno, negli anni in cui esplodeva la Disco Music, lei componeva canzoni cupe e tenebrose che hanno influenzato successivamente in maniera radicale i movimenti Gothic, New Wave e la maggior parte della produzione Underground degli anni Ottanta. Eppure, questa Nico non la conosce quasi nessuno. Di Nico si parla solo in funzione degli uomini famosi con cui è stata oppure soltanto in virtù dell’esperienza Factory-Warhol-Velvet Underground, ma Nico è stata altro ed è stata molto di più negli anni a venire.
La storia di Nico è la storia di un’artista che trova soddisfazione nella sua arte solo dopo aver perso la maggior parte dei suoi fan; è la storia di una delle donne più belle del mondo che si scopre felice soltanto dopo essersi finalmente liberata della sua bellezza. Io ho voluto fare un film su questo: sulla donna che Nico è stata dietro ed oltre l’immagine che la maggior parte delle persone ha di lei, oltre l’icona: oltre “Nico”, il suo nome d’arte, ho voluto raccontare la vera Christa. E assieme alla sua storia ho voluto raccontare la storia di tante donne: perché nella sua parabola al contrario, per quanto drammaticamente estrema, si trova tutta la difficoltà di una donna che vive il proprio ruolo di artista, e di madre, negli anni della maturità.